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Incenso (Somalia)

Profumo morbido, balsamico, legnoso, ricco, dolce e caldo.

Calda, morbida e dolce, la nota dell'incenso è utilizzata come fissativo in profumeria per aggiungere una sfaccettatura speziata, balsamica e persino profumata di limone agli accordi di ambra e vaniglia. Può evocare note che ricordano la mirra o l'elemi, e in genere si ritiene che evochi un aroma profondo, ricco e legnoso.

Scheda tecnica
Tipo
Materia prima naturale
Metodo di estrazione
Distillazione a vapore o estrazione con solventi
Parti usate
Gomma, resina

Produzione

L'incenso divinamente profumato è originario dell'India occidentale, del Dhofar, dell'Arabia meridionale e dell'Africa nord-occidentale. Tuttavia, oggi è più comunemente raccolto nelle antiche e aspre terre dell'Etiopia e della Somalia. Per estrarre la profumata gommoresina, si praticano tagli con un coltello negli strati esterni dei tronchi degli alberi per far "piangere" una resina biancastra che è pronta per essere raccolta dopo 10-15 giorni. Una volta raccolta, la resina viene distillata a vapore per ottenerne l'essenza o estratta con solventi volatili per ottenere un resinoide.

La storia

L'incenso è molto più di un piacere profumato: apprezzato da millenni, l'incenso è forse l'unico legame immutabile tra tutte le religioni. L'incenso ha trovato un posto di notevole importanza nelle cerimonie e nei rituali dell'antichità: i Magi lo offrirono a Gesù, il palazzo di Salomone ne fu profumato e, ancora oggi, viene utilizzato nelle cerimonie cattoliche e buddiste. Erodiano, lo storico greco, scrisse di antiche donne scite che macinavano cipresso e legno di cedro mescolati all'incenso per preparare una pasta ipnotica che massaggiavano sul viso e sui palmi delle mani. E nell'antichità l'incenso valeva letteralmente più del suo peso in oro: era il materiale più costoso al mondo.